ESTRATTO BE – STARE di Alice Diacono

ESTRATTO BE – STARE di Alice Diacono

Ho guardato dentro la mia noia e questo è quello che ci ho visto dentro:

STARE

di Alice Diacono (da “Veniamo dal basso come un pugno sotto il mento”, Battaglia Edizioni 2019)

La straordinarietà della vita –
Impostare il programma su Sintetici,
diminuire il tempo,
diminuire la centrifuga,
partenza ritardata –
Non si manifesta tutti i giorni –
Rinnovare l’abbonamento dell’autobus –
Né risplende a volte alcuna traccia di grandiosità –
Linea 25. Fossolo/Due Madonne –
Nessun moto o lampo di rivoluzione –
Apre la cassa 12 –
Nessuna traccia di avventura –
Tagliare a fettine sottili,
aspettare che l’olio sia caldo,
aggiungere le foglie di menta –
Nessuna tempesta,
nessun volo da prendere,
nessuna partenza per cui attendere –
Dove hai messo le chiavi? –
Nessun appuntamento per cui trepidare –
C’è da comprare la carta igienica –
Nessuna nascita,
nessuna morte,
nessuna resurrezione –
Compilare il modulo e restituirlo insieme a fotocopia di un
documento d’identità –

Nessun dramma per cui struggersi,
nessun delirio in cui affannarsi,
nessuna particolare meraviglia,
niente da festeggiare –
«Buongiorno, mi dia due etti di ricotta per favore».
«Vuole altro?» «No grazie sono a posto così».
Nessuna estasi,
alcuna magia,
nessuna trascendenza –
Cliente numero 39. Sportello 4 –
Nessuna salita e nessuna discesa.
Calma piatta –
7 messaggi da 2 chat di Wathsapp –
nell’orizzonte infinito della possibilità.
Gentile Cristina, la ringrazio in anticipo per la sua
disponibilità –
Giornate tra il grigio e il beige,
senza via di scampo –
Permesso, scusi, devo scendere. –
passate a leccare la strada dei propri obiettivi –
La password da te scelta non è abbastanza sicura. –
condannati dal corpo al contingente
costretti dalle quotidiane circostanze
chiedo pietà al dio della burocrazia
invoco un accordo clemente
tra violenza fiscale e fantasia.
Al dio dell’oggi,
al dio dell’ordinario
al dio della lista delle cose da fare,
negli occhi degli altri,
nel minuscolo contemplare,

nell’ordinario soffio vitale,
nell’infinito sentiero che si apre nella mia cavità addominale,
insegnami a sopravvivere
insegnami a stare.

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